Facoltà di Architettura, 1993/94
Borsa di Studio "COSTANTINO ROZZI", Criteri di assegnazione della borsa di studio
Nei primi anni della sua istituzione al borsa veniva assegnata allo studente che aveva raggiunto il maggior punteggio al test di ammissione, nelle ultime tre edizioni la borsa è stata assegnata allo studente che al termine del primo semestre ha conseguito il maggior numero di crediti formativi e con la media più alta.
Per l'assegnazione della borsa di studio la graduatoria verrà redatta tenendo conto della migliore media aritmetica calcolata sulla votazione conseguita da ogni concorrente nel primo anno degli studi di corso nell'anno accademico 2013/14, del numero dei CFU conseguiti e il minore indicatore ISEE. In caso di ex aequo la borsa di studio sarà assegnata allo studente anagraficamente più giovane.
Nei primi anni della sua istituzione la borsa veniva assegnata allo studente che aveva raggiunto il maggior punteggio al test di ammissione, nelle ultime tre edizioni la borsa è stata assegnata allo studente che al termine del primo semestre ha conseguito il maggior numero di crediti formativi e con la media più alta.
Lettera di Uberto Crescenzi
Sarò sempre riconoscente a Costantino Rozzi che all'inizio degli anni '90 mi diede la possibilità di essere utile alla mia terra d'origine. Sono infatti nato a S. Benedetto del Tronto ( 24 dicembre del 1934) da cui "migrai" dopo gli studi liceali prima a Roma, per frequentare l'Università, poi, dopo la laurea in Scienze Geologiche, a Benevento come dipendente della Società Montecatini quale geologo per le ricerche di idrocarburi nell'Italia meridionale. Successivamente fui trasferito a Pescara dove risiedo tuttora. Nel 1968, primo in Italia, conseguii la libera docenza in Geologia Stratigrafica che mi consentì l'inserimento nel mondo universitario. Sono stato così docente presso le Università di Perugia, L'Aquila e Ancona prima di approdare a Pescara nel 1984.
Nel 1985 sono stato eletto Rettore della Università Gabriele d'Annunzio, all'epoca con sedi a Chieti, Pescara e Teramo, contribuendo in modo decisivo allo sviluppo di questa Università che ho diretto fino al 1997. Qualcosa però mancava al mio impegno; desideravo essere utile alla mia terra d'origine. L'occasione mi fu offerta proprio da Costantino Rozzi, che nel 1990-91 era Presidente del Lions Club di Ascoli Piceno. In quel suo mandato si propose, tra le varie iniziative da realizzare, il progetto "come essere utile alla mia città" .
In effetti utile alla sua città lo era stato con tante realizzazioni nel campo sportivo e non solo, però gli mancava un impegno di natura culturale con cui completare la sua opera per Ascoli Piceno. All'epoca Ascoli Piceno aveva perso la attività universitaria legata alla Università di Perugia con la sede staccata della facoltà di Agraria. Nel riordino delle università marchigiane, la Università di Ancona ottenne l'inserimento nel proprio statuto della facoltà di Agraria, con conseguente chiusura della esperienza ascolana. Ascoli quindi di nuovo senza Università. E qui a Costantino Rozzi scattò la molla: "Voglio far nascere ad Ascoli una facoltà universitaria" . Realizzatore ed imprenditore di assoluta grandezza, sposò l'idea di invitarmi per una serata Lions ad Ascoli; "chissà se questo sambenedettese Rettore in Abruzzo può essermi utile per realizzare il mio desiderio di una Università ad Ascoli". In effetti fu la professoressa Alfiera Fava a metterci in contatto.
Dopo la prima serata in cui mi chiese di parlare del sistema universitario italiano e delle procedure per ottenere la istituzione di nuove facoltà, Costantino Rozzi organizzò un'altra serata Lions in cui mi chiese di approfondire il tema "Quale facoltà ad Ascoli Piceno?". All'epoca si parlava di facoltà nel settore di Economia, in particolare di Economia bancaria. Nella mia relazione, dopo avere illustrato la situazione delle Università marchigiane, proposi per Ascoli la facoltà di Architettura. In effetti questa facoltà non era presente nel panorama universitario marchigiano ed inoltre la città di Ascoli, così ricca di opere architettoniche di assoluto pregio, ben si prestava ad ospitare una esperienza accademica di questo tipo. La proposta fu accolta con entusiasmo dall'assemblea lionistica e soprattutto da Costantino Rozzi. Ci mettemmo così subito al lavoro per realizzare questo "sogno". All'epoca la programmazione dello sviluppo universitario italiano procedeva per piani quadriennali di sviluppo. Una nuova iniziativa accademica doveva essere proposta da un Ateneo già esistente e doveva avere l'insostituibile appoggio da parte dei politici.
Fu così che, dividendoci i compiti, iniziai tutte le procedure per presentare al Ministero della Università e della Ricerca Scientifica la richiesta di attivazione di una nuova Facoltà di Architettura con sede ad Ascoli, quale gemmazione della esistente Facoltà di Architettura a Pescara, ossia presso la mia Università. La gemmazione era la soluzione più facilmente praticabile per il nostro scopo. Occorreva comunque ottenere il parere favorevole della Facoltà di Architettura di Pescara, degli organi istituzionali della mia Università (Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione).
Superai queste procedure interne rapidamente e presentai a Roma tutta la documentazione necessaria. E qui Costantino Rozzi mise in atto tutte le sue conoscenze politiche per favorire la richiesta.
A questo punto però i parlamentari marchigiani posero un veto al Ministero: " La nostra Regione ha Università di grande prestigio; non siamo d'accordo nel far nascere ad Ascoli una facoltà sotto la gestione di un Ateneo abruzzese" . L'allora Ministro dell'Università e della Ricerca Scientifica Antonio Ruberti mi chiese di incontrarlo. "Caro Crescenti, io sono favorevole alla nascita di una Facoltà di Architettura ad Ascoli Piceno. Però i parlamentari marchigiani non voteranno la legge se la facoltà sarà emanazione del tuo Ateneo, ossia di una Università fuori Regione. So bene che tutte le procedure per la attivazione, nei termini e tempi richiesti dalla legge, sono stati espletati dalla tua Università e che per Ascoli non ci sono richieste da parte di Atenei delle Marche. Pertanto se tu vuoi, allo scopo di ottenere un risultato positivo, dovresti rinunciare alla richiesta del tuo Ateneo a favore della Università di Camerino.
Senza il tuo assenso non posso portare avanti il progetto, perché si tratta comunque di una forzatura della legge in assenza di una richiesta ufficiale della Università di Camerino ". Risposi al Ministro che rinunciavo mal volentieri alla richiesta, ma pur di ottenere un risultato utile per Ascoli Piceno, davo il mio benestare. Fu così che Camerino si ritrovò senza alcun merito una nuova Facoltà non avendo fatto nulla per ottenerla. A distanza di tempo devo dire che la scelta voluta dai parlamentari marchigiani non ha favorito la città di Ascoli in quanto tuttora, pur a distanza di oltre venti anni dalla istituzione della Facoltà di Architettura, la città non ha una sua Università autonoma, ma dipende da quella di Camerino.
Invece con la gemmazione con la Facoltà di Pescara, per legge avrebbe ottenuto dopo 5 anni la totale autonomia (come è stato per esempio per la Università di Foggia nata per gemmazione da quella di Bari) . Si è cercato successivamente di rendere autonoma la sede di Ascoli, ma ad Ascoli è venuto a mancare Costantino Rozzi, che certamente avrebbe guidato i politici ascolani verso l'autonomia. Con l'autonomia si sarebbero potute realizzare altre iniziative accademiche , con nuovi corsi di laurea che certamente avrebbero portato prestigio ad Ascoli Piceno.
Costantino Rozzi apprezzò il mio comportamento. In una serata, per me memorabile, del Lions Club (maggio 1992) mi gratificò della onorificenza lionistica del Melvin Jons, e anche la Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno mi consegnò una medaglia d'oro per riconoscenza. Ma soprattutto Costantino Rozzi concluse il suo intervento ricordando la mia rinuncia a favore di Camerino, con "Grazie Uberto, tutta questa iniziativa l'hai condotta non per fini utili al tuo Ateneo, ma con il cuore a favore della tua terra".
Non dimenticherò per questo Costantino; tra noi si era stabilita una profonda amicizia e stima, credo reciproca. Un uomo di assoluto valore, generoso, manager di grande livello; una vera perdita immatura per la città che tanto lui amava. Lo ringrazierò sempre per avermi dato la possibilità di essere stato utile alla mia terra d'origine.
Uberto Crescenti